CRAVING: la nascita dei personaggi, l'ambientazione, e due stirpi immortali


Fin da piccola ho sempre amato scrivere. Da adolescente, come molte altre fanciulle, avevo un diario su cui annotavo pensieri e piccole poesie (oltre al nome del figo di turno che mi faceva battere il cuore, spesso per non più di ventidue minuti) poi, durante l'università, ho cominciato ad assaporare l'idea che la scrittura potesse diventare parte integrante della mia vita. I miei primi articoli sono stati pubblicati sul giornale universitario, ma sono passati parecchi anni (e decine e decine di articoli, diverse redazioni, e un numero non precisato di eventi) prima che mi decidessi a prendere in seria considerazione l'ipotesi di non limitarmi a continuare a descrivere e raccontare storie "vere" e di poche cartelle.
"Craving" ha avuto una lunga gestazione, a tratti anche complessa. Dal momento in cui mi sono messa in testa di scrivere un romanzo la prima cosa chiara per me è stata che volevo raccontare una storia in cui i protagonisti fossero vampiri (lo ammetto, il mio primo grande amore è stato Lestat, e si sa, il primo amore non si scorda mai).
Ho cominciato a scrivere in prima persona attraverso gli occhi di Victoria (la protagonista femminile), ma più andavo avanti e più mi rendevo conto che Gregorio (il protagonista maschile, fratello di Victoria) aveva bisogno di una voce tutta sua, non poteva essere raccontato solo attraverso gli occhi di sua sorella, era in primo piano tanto quanto lei, e con un carattere strafottente e a tratti animalesco che mi intrigava parecchio. Così ho stracciato (in realtà cancellato, visto che ovviamente utilizzo un pc) una buona dose di capitoli e altri li ho totalmente riscritti. Un capitolo dal punto di vista di Victoria, un capitolo dal punto di vista di Gregorio. Adesso sì che mi sembrava che la storia avesse il giusto equilibrio...

Molto uniti da un affetto condiviso già durante il loro periodo di vita umana, e che si è rafforzato una volta diventati entrambi immortali, Gregorio e Victoria hanno carismatici compagni che li accompagnano nelle loro avventure. Insieme a loro, infatti, Domiziano, colui che li ha "creati", che li ha resi vampiri facendoli entrare nella stirpe dei Vlasic, Federico, vampiro ultra centenario, migliore amico di Gregorio e ex di Victoria (ma attenzione, perché sotto la cenere forse un po' di brace arde ancora) e Gabriel, uno dei capi anziani del Collegio che governa l'esistenza degli immortali Vlasic. Cosa mancava? Semplice, qualcosa che sconvolgesse le loro vite eterne. Due umani, per esempio. Elisabetta, che farà sì che Gregorio rischi di ricadere in un grave errore già commesso in passato (ma non è lei il guaio peggiore che il vampiro bello e tenebroso dovrà affrontare a Torino), e Lorenzo, che invece si rivelerà essere l'incontro più sfigato che Victoria potesse fare. Ogni personaggio è raccontato con dovizia di particolari. Mi piace immaginarli sia fisicamente che caratterialmente, lo trovo essenziale, e mi auguro di essere riuscita a fare in modo che anche il lettore possa "vederli" davvero mentre legge le loro gesta.
Ambientare la storia invece è stato facile. Torino è la città dove sono nata e cresciuta e in cui ho vissuto per quasi tutti gli anni che ho già sulle spalle. Torino è una centro urbano brulicante di magia, in cui quella bianca e quella nera si sfiorano più volte, una città attraversata da un grande fiume e con una collina dai fitti boschi che la accarezza per un lungo tratto, a parer mio un luogo ideale per far da sfondo a un romanzo che parla di vampiri.
La storia si sviluppa ai giorni nostri, ma non sono pochi i flashback in cui vengono raccontati momenti importanti della vita passata di Gregorio e Victoria, ricordi essenziali a comprendere meglio i protagonisti, il loro carattere, le scelte fatte, i dolori incontrati, la loro esistenza come vampiri Vlasic...
Già, loro, come già detto, una volta trasformati sono entrati a far parte della stirpe dei Vlasic.
Due stirpi, i Vlasic, appunto, e gli Zarevic. Così ho infatti immaginato il mondo degli immortali dai canini voraci raccontati in "Craving". Due stirpi molto diverse tra loro, due modi opposti di intendere l'eternità. Far parte di una o dell'altra dipende esclusivamente dal proprio creatore. Facile intendere a questo punto che Domiziano sia un Vlasic. Mi è piaciuto spiegare il rapporto tra Vlasic e Zarevic, inventare una nuova leggenda, raccontare di un inizio, di un tradimento, di una guerra, di una scissione...

Molto altro è racchiuso in "Craving", ma mica posso dirvi tutto, altrimenti elimino qualsiasi curiosità, curiosità che invece mi auguro di aver creato... ;-)

"Craving" è il primo romanzo di una trilogia. Sto scrivendo il secondo (previsto per il 2018) e ho già in mente (e fissato su una valanga di appunti) il terzo.
Ho poche certezze, una di queste è che porterò a termine questa trilogia a costo di firmarla "col sangue", è una promessa! ;-)

Jo

#StayVampire

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